Un racconto di Francesca Morelli
Numero di battute: 2365
Fare ritorno a casa per me è una scelta ogni volta. Non ci avevo mai riflettuto, ma è così.
L’ho capito parlando con le altre persone; l’ho capito perché è questo che loro pensano della mia situazione. Loro mi compatiscono e mi ammirano.
Di certo li incuriosisco.
Si chiedono come abbia fatto a scegliere una vita del genere, o meglio, come faccia a non rifuggirne.
Credono che mi sia trovata costretta dalle circostanze, da una in particolare: nessuno riuscirebbe mai a perdonarmi se ora decidessi di lasciarlo.
Se lo facessi, forse, potrebbero condividere la mia scelta in modo silenzioso, perché nessuno avrebbe il coraggio di dire a voce alta una cosa del genere.
Si chiedono cosa farebbero al posto mio e so che non riescono a rispondersi.
Dopo il suo incidente non potevo restare quella che ero, ero destinata a mutare e due erano le possibilità: martire o zoccola, tertium non datur.
Ma c’è una cosa che anche io, a mia volta, non riuscirei a dire a nessuno.
La verità è che i momenti difficili, per me, sono finiti.
«La verità è che i momenti difficili, per me, sono finiti.»
Mi guardo bene dal raccontare a qualcuno che quanto è accaduto ha cambiato la mia vita in meglio.
Il fatto è che tornare a casa e trovarlo così, ad aspettarmi, mi rende felice.
Lui passa tutto il giorno a letto, l’infermiere gli sta accanto. Gli cambia la flebo, gli massaggia le gambe, il busto, le braccia. Una volta, rincasando, l’ho trovato a raccontargli la trama di un film.
Lui non sembra prestare attenzione a niente; anche quando viene qualcuno a fargli visita, lui resta con gli occhi rivolti alla finestra. Solo io faccio la differenza.
Quando torno dal lavoro abbandono le cose all’ingresso, lavo le mani e poi vado da lui. Le sue palpebre mi salutano con un battito veloce. So che è felice di vedermi. Lo sono anche io. Gli accarezzo il capo immobile e quando restiamo soli gli parlo della mia giornata. Lo bacio sulla bocca, gli dico che mi è mancato.
Prima non andavamo sempre d’accordo; a volte gridava che sarebbe stato meglio lasciarsi, poi andava via sbattendo la porta. In quei momenti il timore che lui decidesse di non tornare era capace di annientarmi.
Ora, invece, non ho più paura che mi abbandoni. Non può farlo. Ora ha bisogno di me nel modo più assoluto.
Non so quante persone possano dire di essere indispensabili per qualcun altro. Io sì.
Ora siamo felici, io e lui.
Mi sento fortunata, e questa è una cosa inconfessabile.
Francesca Morelli (1987) è nata a Napoli e vive a Torino. Ha vinto la quarta edizione del concorso letterario 8x8 e alcuni suoi racconti sono apparsi nella raccolta Si sente la Voce (CartaCanta 2012) e sulle riviste letterarie Watt e Effe.