Un racconto di Gianluigi Bodi
Numero di battute: 2450
Beveva tre bottiglie di Coca-Cola al giorno e se quello era un tentativo di suicidio non stava funzionando. L’aria nasceva nello stomaco, attraversava l’esofago per poi diventare un sonoro rutto.
Gustavo graffiava via la vernice della Simca 1300 che un cliente gli aveva portato mesi prima. «Gustà, sei un maestro con le mani, pensaci tu a questa povera fanciulla.» Lui l’aveva studiata, aveva preso una sedia da casa e l’aveva portata in officina. Ci si era seduto sopra a gambe aperte, con la testa chinata da un lato e lo sguardo che vagava da un elemento all’altro della carrozzeria. Non c’era poi molto da fare, forse l’eutanasia sarebbe stata un atto di carità. E invece la Simca aveva iniziato a parlargli.
Lo aveva sorpreso nel cuore della notte una voce che non aveva mai sentito. Una voce dolce e soave che gli ricordava una ragazzina di cui si era innamorato in prima media. Una che poi si era messa con il figlio del farmacista.
«La Simca aveva iniziato a parlargli.»
Gustavo era sceso in officina, aveva acceso le luci e la macchina era nell’angolo, ammaccata, mezza assopita. Sembrava che la luce l’avesse svegliata, ma sembrava anche che lei lo stesse aspettando. Si era messo all’opera quella stessa notte.
L’aveva spogliata di qualsiasi cosa potesse essere tolta, con delicatezza, per non ferirla. Smontò i parafanghi e le chiese scusa, tolse i fanali e i cristalli, le maniglie e gli specchietti. Ogni tanto si prendeva una pausa, la accarezzava e le sussurrava che sarebbe andato tutto bene e la Simca gli rispondeva, sapeva di essere in buone mani.
Nel giro di un paio di giorni restò solo la carcassa, poi si dedicò alla rinascita. Si fece spedire i pezzi da ogni parte d’Italia e quando non riusciva a trovarli se li faceva costruire su misura. Lavorava senza sosta, fermandosi solo per sorseggiare la sua Coca-Cola, se gli capitava di ruttare poi chiedeva scusa e si ributtava sul lavoro per mascherare la vergogna. Lei lo accompagnava nello sforzo, lo incoraggiava nel sudore, faceva il tifo per lui, per le sue mani piene di tagli e calli, ricoperte di unto e vesciche.
Il giorno in cui la Simca fu pronta Gustavo si chiuse dentro l’officina. Abbassò le tapparelle, fece il pieno alla macchina e poi la mise in moto. Il motore rombava come se fosse appena uscito dalla fabbrica, i sedili erano accoglienti e il profumo dell’abitacolo era inebriante. Lei gli chiese di accendere la radio e tra le note di una vecchia canzone lasciò che il fumo li unisse per sempre.
Gianluigi Bodi è il creatore del sito Senzaudio.it, che si occupa di editoria indipendente. Nel 2015 ha vinto il concorso letterario indetto dal CartaCarbone Festival con il racconto Perché piango di notte. Ha curato la raccolta di racconti Teorie e tecniche di Indipendenza (VerbaVolant, 2016).