Un racconto di Luca Bertolotti
Numero di battute: 1881
A vent’anni anni il mio sogno era farmi mantenere da una splendida e arrapata quarantenne. Solo che avevo già brutti denti da fumatore e il torso breve di chi da piccolo, passando come una meteora nella società dei consumi, non aveva fatto in tempo a mangiare abbastanza.
Per anni la fretta e l’inappetenza mi avevano allontanato dalla tavola. C’erano stati giorni in cui i miei genitori e mio fratello avevano cenato in tre. «Dov’è quell’animale selvatico?», era mia madre a soffrirne maggiormente. Mio padre invece le diceva di portare pazienza. Nessun bambino in Occidente moriva più di fame.
A dieci anni mica mi prendevano. Un giorno saltò fuori la storia dell’apparecchio. Era mattino. Mi tesero un agguato. Ero tutto sudato. Viscido come un anfibio. Una salamandra umana, ecco cos’ero. Non s’era ancora visto al mondo un essere come me. Riuscii a divincolarmi.
Mio padre cercò di starmi dietro, ma aveva gambe come colonne e una pancia a cuspide da bevitore. Mia madre gli urlava dal balcone: «Là! Là! È dietro il cespuglio…».
«Una salamandra umana, ecco cos’ero.»
«Quando torni. Quando torni stasera, vedrai. Tanto prima o poi dovrai venire a dormire» disse papà. Una furia sembrava. Occhi sottili e capillari esplosi. Cuore al galoppo e polmoni a raschiare il fondo del torace. Quel giorno quasi lo uccisi.
«Spenderemo tutto per tuo fratello!» mi urlò dietro mia madre mentre finalmente guadagnavo l’uscita dal cancello e fendevo a falcate l’erba alta davanti a casa. C’era un sole grandioso. Come potevano tenermi fermo, rimpinzarmi di cibo, raddrizzarmi la bocca e mandarmi a nuoto per la scoliosi? Io correvo verso la luce, il calore.
Ora il mio tempo è fatto di figli coscienziosi che a volte mi svegliano per gli incubi a metà notte. È un soriano che vive in appartamento. È una moglie che mi passa l’ammorbidente nei capelli già grigi ripetendomi che sono ancora giovane.
La conta dei contributi le dà ragione.
Luca Bertolotti (1977) è nato a Milano. È autore di La bambina falena (Fandango, 2018). Vive in Brianza e ha due figli. Ha stampato manichini, saldato ferro, fatto il falegname e da anni lavora in ogni ambito in cui ci siano vernici da spruzzare o anche solo da annusare.