Un racconto di Matteo Gravina
Numero di battute: 2491
Se avesse potuto osservare la scena dall’esterno, l’avrebbe definita triste. Nessuno che non abbia sbagliato un numero incalcolabile di scelte nella vita se ne sta fermo a un tavolo di un bar a fissare il drink mezzo vuoto con lo sguardo vuoto per davvero. Avrebbe voluto ricominciare di nuovo, e lo voleva perché era proprio a quel tavolo che era iniziato, quando lei aveva sorriso.
E lei sorrise ancora, comparendo da dietro l’angolo della sala e camminando verso il suo tavolo. Era bella come il primo giorno.
«Che bevi?» chiese appena seduta.
«Gin e soda. Un Tom Collins» disse assaggiandolo. «Ricordi questo posto?»
Lei, senza chiedere permesso, gli rubò un po’ di drink. «Ci siamo conosciuti qui.»
«Quattro anni fa. Mancava poco a Capodanno.»
Lei annuì con forza. «Sarebbe più corretto dire che ci siamo conosciuti alla tua festa.»
«Ma così diventa una storia banale.»
«Che storia?»
«La nostra.»
Lei decise di prendere un altro sorso del suo drink. «Scrivi ancora quindi?» chiese.
«No, non più. Non ho più molti pensieri per la testa.»
«È un bene o un male?»
«Non so. Servono, anche se è una cosa che mi hai sempre rimproverato.»
«Vuoi sapere
una cosa strana?»
«Sei qui per recriminare?» chiese lei guardandolo di traverso.
«No» rispose convinto. «Volevo solo evocare un nostro ricordo. Ho come l’impressione che avremmo potuto averne di più» rifletté lui.
«Abbiamo fatto molte cene romantiche però» gli fece notare e bevve. «Una anche qui, in effetti.»
Lui sorrise e si riprese il bicchiere con più ghiaccio che liquido. «Vuoi sapere una cosa strana?»
Annuì con gli occhi aperti come quelli di una bambina a cui si sta per raccontare qualcosa di incredibile.
«Non mi è mai piaciuto il gin. Né la soda. Non berrei né l’uno né l’altra. Però questo mi piace.»
«Pensi stiano bene insieme?»
Lui prese una profonda sorsata, quasi a finirlo. Ma ne rimase ancora un po’ sul fondo. «Non sono ingredienti facili, però magari possono trovare il loro equilibrio.»
Lei sorrise dolcemente. Gli accarezzò le dita che tenevano il bicchiere e glielo rubò dalle mani. Lui riconobbe lo sguardo della sfida. Strinse il vetro tra le labbra con forza, esitando. Poi mandò giù il Tom Collins fino all’ultima goccia. «E ora che farai?»
Sapeva la risposta a questa domanda nel preciso momento in cui lei si era seduta. «Credo proprio che me ne prenderò un altro. Lo vuoi?»
Lei girò la testa di lato, sorridendo e abbassando il mento così da mostrare il profilo e le linee del sorriso sulla guancia.
La guardò a lungo, e senza distrarsi fece un cenno al cameriere.
Matteo Gravina (1996) è nato a Bassano del Grappa ed è da sempre appassionato di storia antica. Ha frequentato il biennio di Storytelling e Perfoming Arts alla Scuola Holden e attualmente studia Scienze Politiche all’Università degli Studi di Padova.