Un racconto di Eva Luna Mascolino
Numero di battute: 1840
Il problema è che era nata per prima. In ospedale e in tutto il Paese. Al telegiornale l’avrebbero detto per forza, si sa come vanno le cose.
«Se fosse stato un maschio» disse suo padre, «gli avremmo dato il nome di un re.»
«Ah» sibilò sua madre, «quindi a una femmina…»
«Di una principessa» provò a difendersi l’altro.
«Come se il mondo non avesse regine.»
Lui allargò le braccia. «Un’imperatrice, se vuoi.»
«Ti prego.»
«Ho capito, niente mani imbrattate.»
«Appunto. Piuttosto una dea.»
«Come se fossero esenti da tutti i peccati.»
«Un’attrice? Un’artista?»
«Perché non un’attivista.»
«Non vorrai mica chiamarla Betty.»
«Magari Simone…»
«Fai il serio, ti prego» disse lei, risentita.
Lui per poco non perse la flemma. «Inventiamoci un nome» propose. «Oppure due o tre, poi lei si sceglie il più bello.»
«Non è mica il mercato del pesce.»
«Ma nemmeno la gogna.»
«Rimandiamo a domani?»
«Alla stampa servirà per le otto.»
«Il problema è che era nata per prima.
In ospedale
e in tutto il Paese.»
«Va bene, scegliamo una santa.»
«Neanche per sogno.»
«Un’amica?»
«Una nonna?»
«Una stella!»
«Meglio: uno Stato.»
«Uno Stato?»
«O un’isola, tipo. Itaca, Creta…»
«Perché non Argilla?»
Allora lui, per la prima volta, sbuffò. «Sai che c’è» le disse, «se ci tieni tanto, fai tu. Io mi prendo un caffè.»
«Non ci pensare proprio, tra mezz’ora l’infermiera la riporta.»
«E quindi?»
«Sandro, sono così stanca…»
«D’accordo. Dimmi a che stavi pensando.»
«E tu?»
«Sabrina, Giovanna. Lavinia.»
«Più corto?»
«Chiara, Luisa.»
«Sono tutti così…»
«Ovvi?»
«Sbagliati.»
«Sbagliati in che senso?»
«La prenderanno in giro per forza.»
«Sennò c’è Alessia.»
«Torniamo alle dive.»
«O alle muse?»
«Un’eroina!»
«Di un libro?»
«Ma no, di un Paese…»
«Altrimenti Asia.»
«O un aggettivo?»
«Serena? Celeste?»
«Detesto le mode. E il primo dell’anno.»
Andò avanti così per mezz’ora. Poi tornò l’infermiera. «Allora» esordì, «che avete deciso?»
«Guardi, in realtà…»
«Dite pure.»
«Per farla adottare come funziona?»
Eva Luna Mascolino (1995) edita, traduce, recensisce, insegna e scrive storie. Vincitrice del Campiello Giovani nel 2015, si è specializzata alla SSLMIT di Trieste e frequenta ora il master in editoria di Fondazione Mondadori. Sui racconti sono apparsi su Fillide, Crack, Risme, Narrandom, Sulla quarta corda, Malgrado le mosche e Il Loggione Letterario.