Un racconto di Alessandro Tesetti
Numero di battute: 2452
Ha le mani che puzzano di salmone, glielo faccio notare, si scusa, dice che appena sveglia aveva proprio voglia di avocado toast. Un gatto ci guarda, ha una zanzara in testa. Siamo seduti al tavolino del bar, ogni volta che appoggio o tolgo i gomiti, il tavolino zoppica.
Ricordo che a scuola il mio compagno di banco ogni mattina piegava un foglio dodici volte, otteneva una zeppa che metteva sotto a una delle quattro gambe; così il banco non zoppicava.
Qui al bar non lo posso fare, non ho un foglio, non ho questa confidenza con lei, il pavimento non è liscio; i sampietrini sono magri o deformi o abbozzati o coperti di cicche.
Sta parlando di tutte le ricette che conosce con l’avocado, io non riesco a togliermi la puzza di salmone dentro le narici, non riesco a smettere di guardare la zanzara sulla testa del gatto; è proprio al centro, in mezzo alle due orecchie.
«Un gatto ci guarda, ha una zanzara
in testa.»
Il mio compagno di banco a giugno disse: Dai, vediamoci quest’estate, non fare come quella scorsa che parti e sparisci. Invece non ci siamo visti, né d’estate né poi a settembre. Quella sera stessa ha fatto un incidente in motorino, una macchina gli è andata addosso. Ancora è in coma, ogni tanto vado a trovarlo, prendo un foglio e lo piego dodici volte, e gli chiedo: Ma perché a fine lezione buttavi la zeppa? Non poteva restare lì anche per il giorno dopo, cioè, perché la facevi tutte le mattine?
Lui non risponde, lascio la zeppa sul comodino. Quel comodino è molto triste, ci sono tanti fiori che puzzano, un paio di santini, un rosario. Non è mai stato credente, lui, religione a scuola neanche la faceva, a ogni 3 in matematica bestemmiava la madonna.
Il tavolino del bar anche è molto triste, materiale scadente, cos’è? Acciaio, alluminio? È gelido. Per questo appoggio e tolgo i gomiti. Li appoggio perché mi annoio e quando mi annoio tengo il mento sul palmo della mano, poi però il tavolino è gelido e allora tolgo. Il gatto sta lì in attesa che gli dia qualcosa, la zanzara sta lì in attesa di vedere un pezzettino di carne dove coricarsi e succhiare; uniche scoperte sono le mie mani ma troppo scaltre, e le sue mani ma troppo puzzolenti. Forse è per questo che il gatto sta lì, forse è attratto dalla puzza di salmone. Ma la zanzara, la zanzara perché sta lì?
Una volta, in classe, il mio compagno di banco ne ha uccisa una, spiaccicata sul muro, il sangue non è mai stato tolto.
La stanza d’ospedale di zanzare ne è piena.
Ah, e poi certo, il guacamole. Fa lei.
Alessandro Tesetti ha ventidue anni, vive e studia a Roma Lettere moderne. Progetta di scappare a breve. Ha pubblicato per STC, La Seppia, Enne2 e ha partecipato al Campiello giovani 2022. Non sa cosa farà dopo.