Un racconto di Andrea Migliorini
Numero di battute: 1988
La mattina in cui Piro mi spiegò per la prima volta come si usa un accendino, mia madre e mio padre erano usciti per fare la spesa.
Me lo regali? gli chiesi indicando il clipper. In casa mia non avevamo accendini. No, mi disse, non te lo regalo. Però possiamo andare a comprarne uno.
Piro guidava un 125 della Yamaha. Indossammo i caschi. Seguimmo le strade intorno a Monte Scuro fino a un’uscita che non conoscevo. Vedevo luci chiare, morbide.
Siamo nel paese delle case che bruciano, disse Piro.
Scesi dalla moto. A pochi passi da me, un gruppo di uomini.
Noi bruciamo le case che costruiamo, disse quello che sembrava il capo.
È questo che fate? chiesi. Non potevo togliermi il casco.
Sì.
Costruite case.
Sì.
E poi le bruciate.
Sì, poi le bruciamo.
Guardai Piro. Mi fece un cenno con la testa.
Dove posso comprare l’accendino? chiesi all’uomo.
Lo vidi prendere qualcosa dalla tasca.
Il metallo del clipper era freddo.
«Dove posso comprare l’accendino?»
Mentre risalivamo in moto, chiesi a Piro se ci avesse mai pensato.
A cosa, fece lui.
A bruciare le case.
Quali case?
La tua, la mia. Le nostre case.
Forse, disse. E tu?
Arrivammo. La benzina, quella la prendemmo dal 125: la lasciammo cadere nelle stanze di entrambi i piani. Creammo linee simili a quelle degli aerei quando scatta il segnale di emergenza. Al 3, dissi.
Dalla visiera del casco, vidi la macchina dei miei genitori avvicinarsi alle fiamme. Mia madre portava le buste della spesa. Si intravedeva il tappo del detergente. Mio padre, il palmo della mano rivolto verso l’alto, disse: Comincia a piovere. Sorrise.
Io mi tolsi il casco. Pioveva davvero.
Quando le fiamme si furono calmate, mia madre entrò in cucina per sistemare la credenza: la luce funzionava ancora. Tossì un paio di volte. Si affacciò e ci chiese se volessimo fermarci per cena.
Piro si tolse il casco. Entriamo? disse. Sembrava una domanda.
Quasi mi vergognavo di sentire ancora il metallo dell’accendino nella tasca dei pantaloni. Sì, entriamo, dissi. Entriamo. Fuori continuava a piovere.
Andrea Migliorini (1997) è convinto di vivere nel Maradagàl. Alcuni suoi racconti sono stati pubblicati su Nazione Indiana e altre riviste. Un suo racconto è stato pubblicato in un’antologia curata da Wu Ming 2. È co-fondatore di Coye – Periferie Letterarie e scrive per Hypercritic. Ha collaborato alla curatela del numero 40 di Stratagemmi – Prospettive Teatrali.