Un racconto di Alice Cervia
Numero di battute: 2466
Ciao Gabriele,
il cane è qui.
Ho pensato a tante diverse introduzioni per questa lettera: ontologiche, etologiche, filosofiche, oniriche, empiriche.
Alla fine però esiste solo un modo per dirlo: il tuo cane è qui.
Ti vedo già che ti gratti un orecchio e pensi come rispondere a un’affermazione palesemente falsa.
Mi scriverai che il cane è morto. Sepolto, ingiardinato, sub-geraniato, pianto e compianto.
Eppure è così.
Avrei potuto mandarti un video. Ma non ho internet, neanche il telefono.
Abbiamo poche cose qui. L’occorrente per scrivere. Acqua fresca e pane.
I cottage sono silenziosi. Per questo motivo l’ho sentito subito. Un uggiolio che sembra una risata.
Sono uscita e ho visto Blek. Blek Macigno, come l’avevi chiamato nonostante le obiezioni dei tuoi figli.
Lui senza ombra di dubbio: pelo, odore, naso umido e cicatrici delle zuffe in strada.
L’ho fatto entrare e ora russa sul divano.
«Ciao Gabriele,
il cane è qui.»
Ho pensato che dovevo scriverti, anche se probabilmente non ti faranno entrare quando dirai di voler venire a prenderlo.
Forse però posso portartelo io, il tuo cane, quando esco di qua.
Naturalmente mi sono posta delle domande. Non dubbi, no.
A parte che i dubbi non si pongono, i dubbi spuntano, germogliano, invadono.
Questa volta però, senti come suona bene per me che non l’ho mai scritto, non avevo il minimo dubbio.
Era il tuo cane. Era Blek.
Niente dubbi ma domande quindi:
Avevi finto che Blek fosse morto per abbandonarlo in autostrada e andartene in vacanza? Escluso. Non sei il tipo che va in vacanza in autostrada.
Blek aveva avuto un episodio di morte apparente e si era scavato una buca verso la libertà a lato dei gerani? Difficile, visto che l’avete cremato.
Quindi Blek, che dorme sul mio divano, è un fantasma.
C’è anche la possibilità che lo veda solo io. Non ho avuto modo di verificare, visto che qui, da giorni non passa nessuno.
Un writing retreat silenzioso, ne avresti riso. Ride anche Bleck, mentre dorme.
Puzza tantissimo, ma puzza di cane vivo. Però di certo è un fantasma.
Ho pensato comunque di avvertirti, nel caso in cui ti facessero entrare.
Così puoi verificare se lo vedi anche tu. Magari lui preferirebbe venire a casa con te e infestare il tuo divano, anziché questo salottino impersonale. Ne sono sicura.
Alice
PS: mentre stavo per imbustare la lettera mi sono accorta che non ho buste né francobolli.
Mi sono anche accorta che nel laghetto in giardino nuota Cip. Il mio pesce rosso di quando avevo dodici anni.
Sento rampicare qualche dubbio.
Nata in Toscana nel 1984, laureata in Scienze Politiche, giornalista prima, video producer poi. Ha pubblicato su Rivista Blam, Coye, Piegàmi, Bomarscé, la nuova carne, Pastrengo, Tits’n’Tales, Cedro Mag, Spore, Salmace, Nido di Gazza, Crack Rivista. Nel 2022 è stata tra i vincitori del premio Short Kipple e del contest letterario Crimen Cafè.