Un racconto di Giorgia Papagno
Numero di battute: 2400
Sei a metà di questo volo Ryanair operato da Air Malta tratta Bologna-Creta e pensi a quando quindici anni fa vivevi nella contea di Westchester, pensi a quando hai detto a qualcuno che ti sentivi sempre molto sola, o meglio, che forse i momenti belli ed epifanici li avevi quando eri sola, e che non avresti mai scritto il libro che lui ti diceva / tutti ti dicevano sempre che avresti dovuto scrivere anche solo per le cose assurde che avevi visto e che avresti voluto che gli altri vedessero, tipo quel cervo che nell’estate del 2009 ti aveva attraversato la strada a Westchester e tutto sapeva di umido e di aghi di pino e di carogna di animale da macello e di tutte le altre cose per cui amiamo l’America, ma come potevi essere certa che qualcuno leggendo del cervo non solo vedesse il cervo ma sentisse il cervo, sentisse te che vedevi il cervo?
Peraltro se sei della contea di Westchester o di Asiago, magari vedere un cervo non ti pare nemmeno un avvenimento così straordinario senza tutto il sottotesto che tu ci hai letto (era uscito Oracular Spectacular e sull’iPod nano 4G Pieces of What a ripetizione mentre tu guardi il cervo e lui guarda la striscia di verde bagnato e sottoesposto dall’altra parte della striscia d’asfalto), comunque stiamo per atterrare a Creta, ora guardi la striscia di mare dal finestrino e pensi a quella giornata a Westchester in cui forse non hai visto un cervo ma avresti potuto vederlo, e hai raccontato quella storia così tante volte che ti sei convinta di averlo visto ma forse hai invece solo avuto paura tutto il tempo di vederlo, che poi era stato forse peggio di vederlo perché:
1) l’ansia di trovarsi faccia a faccia con un cervo, che in America non sono cervi ma sono alci;
2) la delusione di non esserti trovata faccia a faccia con un cervo, che avrebbe coronato quel momento tutto umido di aghi di pino e di carogna di animale da macello;
«Tipo quel cervo che nell’estate del 2009 ti aveva attraversato la strada.»
3) Il patetico tentativo di renderti interessante raccontando di aver visto un cervo mentre camminavi sul ciglio della strada umida di pioggia estiva nella contea di Westchester.
L’altoparlante annuncia l’ultima possibilità di acquistare in supersconto un profumo Paco Rabanne, dei gratta e vinci di beneficienza prima dell’atterraggio. Ti picchietti l’indice sull’orecchio per chiedermi togliere le cuffie, mi posi una mano sulla coscia, mi fai:
Ti ho mai raccontato di quando all’università vivevo a Westchester?
Giorgia Papagno nasce a Brescia nel 1987, si laurea in Lettere Moderne a Padova e trascorre un periodo di studio alla Columbia University di New York. Al suo ritorno in Italia si specializza in Didattica della lingua italiana a stranieri a Ca’ Foscari. Insegna precariamente nella scuola pubblica. I suoi lavori sono apparsi in riviste come Lahar Magazine, Clean, Auralcrave, The Loch Raven Review. Poesie e fotografie dalla raccolta inedita Non Sarò Mai Manhattan sono state pubblicate da RatPark e L’Appeso; alcuni testi sono andati in scena, altri sono diventati musica.