Un racconto di Flavia Di Mauro
Numero di battute: 1969
20 maggio 1916
Caro A.,
Come ti avevo promesso, ecco un breve resoconto di quanto accaduto lunedì scorso. È successo nella piazza della foto, sotto l’albero di cotone. Il sindaco Dollins ha addirittura voluto un fotografo. Non avevo mai visto una folla così.
Washington è arrivato alla corte alle 10.30. Il processo è stato breve e il verdetto unanime, come ci aspettavamo. Alla fine se l’è preso la folla, e giustamente non ci sono state interferenze. Un uomo biondissimo gli ha gettato una catena al collo. W. gli ha morso un braccio, ma qualcuno l’ha colpito e grazie a Dio non è riuscito a liberarsi. Hanno continuato fino alla piazza, con delle bottiglie e delle mazze. Arrivati all’albero di cotone W. era coperto di sangue.
«W. era coperto
di sangue.»
È stato il biondo a guidare le operazioni. Noi urlavamo di gioia. W. è stato spogliato e ci siamo accorti di quant’era giovane (può un mostro così avere diciassette anni?). Poi il biondo ha versato l’olio e issato in alto catena, e due dei miei parrocchiani hanno fatto tutto il resto. Gli hanno reciso il pene. Poi le dita. Hanno accesso il fuoco, e W. con le dita mozzate ha provato a salire sull’albero mentre noi ridevamo. C’era un odore infernale, A., un odore di barbecue da darti l’acquolina. Io stavo per vomitare, ma poi ho pensato al dolore di Fryer e sono tornato in me: ho applaudito con gli altri. Il rogo si è spento due ore dopo. Il biondo allora si è messo a urlare: W. non ha cambiato colore, gridava, era già di carbone. Noi annuivamo. Era chiaro che il fuoco fosse il suo destino, ma perché sono sempre loro a commettere questi crimini?
Comunque, A., sono certo che fosse la cosa giusta: il messaggio è arrivato forte e chiaro. Mai più nessuno toccherà le donne di questa città, mai un altro negro. Però ora abbiamo un problemino con l’odore. Non va via neanche con la pioggia, non la smettiamo di vomitare. Crediamo che qualcosa bruci ancora. Ma che cosa? E come spegnerlo? Ti terrò aggiornato.
Saluti da Waco,
Tuo fratello
Flavia Di Mauro è nata a Napoli nel 1994. I suoi racconti sono apparsi in Sotto il Vulcano e Word for Word. È stata coautrice per La Stampa del podcast “Vlora, la nave che sfondò il muro”. Vive e scrive a Torino.