Un racconto di Edoardo Carsetti
Numero di battute: 1935
Per questa notte una scarpa te la presto volentieri, disse la ragazza, poi sollevò appena il piede destro e mi fece cenno di sfilarle la scarpa col tacco. Scoprii, senza stupirmi più di tanto, che il suo piede aveva un buon profumo. Un profumo che avrebbe potuto ricordarmi, anche se non lo fece, la fragranza remota del nardo. Ma adesso non esageriamo.
Pensai che più tardi, quando la ragazza se ne fosse andata, avrei potuto sentire di nuovo quell’odore attraverso la scarpa, eppure non percepii nulla. Se non fosse stato per il lieve calore che emanava, si sarebbe creduto che nessun piede avesse mai calzato quella scarpa. Ad eccezione forse di una leggera impronta che aderiva appena alla soletta.
Non chiesi istruzioni su come poter usare quel dono e la ragazza non me le diede. Soltanto, si raccomandò di riportare la scarpa pulita come me la stava lasciando. Mi sembrò una condizione ragionevole e accettai. Era mezzanotte quando rimasi solo.
«Ma adesso
non esageriamo.»
Cercai di non sporcare in alcun modo la scarpa e sono quasi sicuro di esserci riuscito. Col tempo però l’impronta del piede al suo interno è quasi scomparsa del tutto. A volte, guardando quel che ne è rimasto, mi vengono in mente le unghie del piede della ragazza. Quelle unghie smaltate di rosso che avrei potuto paragonare all’interno lucente di cinque conchiglie o ai petali di una rosa, anche se né le conchiglie né la rosa mi vennero in mente perché in fondo le unghie del piede della ragazza erano semplicemente le unghie del piede della ragazza.
Non ne ho più viste di così perfette dopo quella volta. Non so neanche quanto tempo sia passato da allora. Sarebbe stato sensato chiederle almeno dove abitava. Ancora oggi vado di casa in casa a cercare un piede che combaci perfettamente con l’impronta lasciata all’interno della scarpa. Fra poco sarà completamente sbiadita e non servirà più a nulla.
Per fortuna essendo fatta di cristallo per ora la scarpa non ha fatto una piega.
Edoardo Carsetti è nato a Fabriano (AN) nel 1996, ma da alcuni anni vive a Roma, dove si guadagna da vivere vendendo frutta e verdura. Nel tempo libero ama andare in palestra (luogo ideale per sollevare opinioni) e scrivere racconti o plagiare quelli altrui, spesso senza una vera giustificazione estetica.