Un racconto di Arzachena Leporatti
Numero di battute: 2487
L’uomo lavorava come comparsa nei film di fantascienza. Il suo ruolo era quello dell’alieno, per via del suo aspetto, per natura, terrificante. Aveva la fronte alta, piatta e lucida. Gli occhi infossati e scuri. Il naso schiacciato e appiccicato alla bocca frastagliata e fine, che dava all’intero volto un’aria cattiva e triste insieme. A Brighton, nel suo bar preferito, era stato notato da un regista californiano in vacanza. Ti paghiamo bene, aveva detto. Domani parto, aveva risposto l’uomo.
A Los Angeles viveva in un appartamento senza né letto né tavolo né sedie. Dormiva per terra e sempre per terra mangiava e guardava la tv, l’unico oggetto che il precedente proprietario aveva lasciato in quella casa prima di suicidarsi nella vasca da bagno.
«Il suo ruolo
era quello dell’alieno.»
L’uomo, ormai totalmente influenzato dalla personalità dell’alieno che interpretava ogni giorno, aveva iniziato a odiare il genere umano. Per prime le donne, le quali da sempre avevano riso di gran gusto alla vista della sua faccia spaventosa. Poi era stato il turno degli uomini. Aveva provato a trovare in loro conforto e affetto, a innamorarsene magari. Non era andata meglio e per tutta risposta aveva ricevuto spintoni e offese. La sua unica attività all’aria aperta, in mezzo alla gente, era la camminata che lo separava dal set.
Non parlava con nessuno da molti anni. Le uniche parole che pronunciava erano le battute a lui assegnate, che erano poche e molto brevi. Un giorno la Signora Del Buffet lo chiamò per nome. Richard, disse. Lui a stento se lo ricordava, il proprio nome. Nonostante il suo aspetto orripilante, la Signora sembrava provare davvero piacere nello scambiare quattro chiacchiere con lui. L’uomo si sentiva destabilizzato da tante attenzioni e da quell’improvviso contatto umano, ma dopo due giorni si trasferì nell’appartamento della Signora, che aveva tavoli, sedie e persino un letto.
Le chiese, Mi ami? Lei rispose, No. Lui le chiese, Allora perché sono qui? Lei rispose, Perché ho bisogno di qualcuno che mi faccia compagnia, sono vecchia. Lui disse, Va bene, ma sono allergico ai gatti. La Signora aveva 15 gatti, ma lo perdonò. Starnutì 3 volte al giorno per 25 anni spendendo un patrimonio in Kleenex. Continuò a fare l’alieno per il resto del tempo. La Signora era vecchia ma aveva una salute di ferro. Alla fine fu lui a morire per primo. La Signora arrivò all’ospedale in tempo. Lui le strinse la mano per la prima volta. La ringraziò. La compagnia, in fondo, non gli era poi dispiaciuta.
Arzachena Leporatti (1991) nasce e vive a Prato. Collabora con magazine online come Nuok e Rumor, ha pubblicato racconti su Lahar e Tuffi e ha partecipato a vari concorsi letterari. La lunghezza del romanzo la spaventa ma vorrebbe provare a scriverne uno.