Un racconto di Francesco Spiedo
Numero di battute: 2000
Anna gettò distrattamente gli occhi sullo schermo e lesse: biglietto vincente serie 409, poi le mancò il coraggio. «Paolo» sussurrò quasi per non svegliarsi, «l’hai giocata la lotteria?» «Certo» rispose l’altro dal balcone della piccola cucina dove si ritirava a fumarsi una sigaretta. Anna si sedette con un tonfo e restò muta tanto che al marito dovette sembrare morta, ma morta non era, anzi mai si era sentita così viva. Si erano giocati il biglietto serie 409 n. 001, lo ricordava bene. «Paolo» disse a mezza bocca, «c’è una possibilità che abbiamo vinto.» «C’è sempre una possibilità, per questo si gioca, ma cos’hai?» E poi anche a lui mancò la voce.
E se avessero vinto sul serio? Si guardavano felici, come se i sette milioni fossero già nelle tasche. Restavano lì, lei seduta a guardarsi le mani e lui a misurare i quattro metri della cucina. Per prima cosa, pensò Anna, una casa al mare e qualche viaggio e un vestito, anzi due, ma che dico? Tre, sette, cento vestiti. Per prima cosa, pensò Paolo, una macchina sportiva, poi un figlio, qualche investimento e gli interessi della banca.
«Paolo, c’è una possibilità che abbiamo vinto.»
Pensavano a tutte le mattine senza il lavoro, svegliarsi leggeri. Non avevano fretta di alzare lo sguardo e leggere il numero del biglietto vincente, a loro bastava quest’ipotesi di vincita. Piuttosto si guardavano e Paolo pensava che Anna, fifona com’era, una sportiva non l’avrebbe comprata e che avrebbe speso tutto in vestiti e viaggi, mentre Anna pensava alla noia che avrebbe provato a viaggiare con Paolo che si lamentava per ogni cosa. In un momento iniziarono a odiarsi, e fu come una liberazione guardare lo schermo e urlare pieni di risentimento: «Serie 409 n. 018, non abbiamo vinto!».
Paolo afferrò un’altra sigaretta: quella casa non gli era mai apparsa così brutta e quella moglie così insignificante. Ad Anna parve un’immensa sciocchezza esser finita a sopravvivere accanto a un uomo così crudele. Andarono a letto senza parlarsi, mentre dall’altra parte del Paese qualcuno non avrebbe chiuso occhio tutta la notte.
Francesco Spiedo (1992) nasce a Napoli, si laurea in Ingegneria e scrive per alcune riviste online, occupandosi d’ambiente e cultura. Ha frequentato un Master in scrittura creativa, ha pubblicato racconti e romanzi, continua a scrivere anche per il teatro. Attende l’opera della vita, nel frattempo non demorde.