Un racconto di Fuani Marino
Numero di battute: 2484
Letizia s’iscrisse a un corso su come decorare l’albero di Natale. Lo fece senza pensarci troppo, accodandosi svogliatamente a un gruppo di mamme della scuola dei suoi figli, per poi ritrovarsi seduta nella saletta di un multistore in centro, spalla a spalla con altre signore che s’interrogavano su quanto dovessero essere grandi gli addobbi lungo le estremità. Esisteva un vero e proprio protocollo da seguire. L’equazione dell’albero perfetto vuole che l’albero, se vero, venga scelto con attenzione fra le numerose varietà – meglio un douglas o un balsam fir? – e, quando artificiale, sia dalla forma armonica e con folti rami ad accogliere i lustrini.
Una volta varcata la soglia di casa, tipico interno borghese caldo e ben arredato, Letizia trovò i bambini che cenavano in pigiama imboccati a turno da Rosemary, la colf filippina che viveva con loro.
«Questo Natale però era diverso.»
Malgrado fosse già in pantofole, costrinse suo marito a rimettersi le scarpe e a scendere in cantina per prendere il necessario: l’indomani avrebbe avuto inizio l’allestimento, era quasi fine novembre, d’altronde. Tanta premura non veniva dal timore di dimenticare qualche passaggio fra quelli appresi al corso, quanto dalla speranza che l’illuminarsi ritmico delle lucine venisse a rassicurarla anche quest’anno. Le avrebbe guardate scintillare dal divano o, nel buio della casa addormentata, quando si aggirava fra le stanze come un animale notturno in preda alla sua insonnia.
Questo Natale però era diverso. Letizia avvertiva più stanchezza che eccitazione, noia nello scegliere i regali; le festività le risultavano faticose, e la scuola sarebbe restata chiusa per quasi venti giorni. Il calendario dell’avvento, con le sue piccole caselle da aprire, le trasmetteva ansia, era come se presagisse un pericolo, qualcosa di sinistro che partiva da lei per spingersi all’esterno e propagarsi a quel periodo dall’apparenza festosa.
La fase di decorazione durò un paio di giorni, lei ritta sullo scaletto per raggiungere la cima dei due metri e ottanta centimetri, con i cori natalizi in sottofondo, e i bambini che volevano aiutarla ad appendere palle, casette e pigne dorate, ma che riuscivano solo a infastidirla. Si era ormai fatta strada dentro di lei la sensazione che fare quell’albero fosse perfettamente inutile, e che lei, tutta presa dallo scegliere la decorazione giusta, non fosse altro che un’immagine stereotipata, niente di molto diverso dalla caricatura di se stessa, pensò legando l’ultimo nastrino rosso.
Fuani Marino (1980) è nata a Napoli, dove vive e lavora. Giornalista, ha scritto per Corriere del Mezzogiorno, Flash Art, The Towner. Dopo aver frequentato corsi della Scuola Holden e della Scuola del Libro, ha appena terminato di scrivere il suo primo romanzo.