Un racconto di Fabio De Masi
Numero di battute: 2483
Oggi non ha smesso di piovere un attimo. Mia moglie continuava a chiedermelo, Quando smetterà di piovere? ma io non avevo risposte.
A volte batteva sui vetri facendo un sacco di rumore. Altre volte diventava così fine da non sentirsi.
Abbiamo un sacco di cose da fare! diceva.
Le faremo domani, le dicevo. Avevamo sempre un sacco di cose da fare.
Ogni tanto il bambino si metteva a piangere nella culla. Lei lo andava a prendere, lo attaccava al seno, e si calmava un po’.
Sente il tempo, diceva dalla stanza.
Poi ho sentito un tonfo. Vado in camera, e lei era lì, immersa in una penombra surreale, seduta sul letto che cullava il bambino con movimenti decisi.
Non è successo nulla, diceva e intanto scuoteva le braccia.
Cos’è stato quel rumore? le ho chiesto mentre accendevo la luce.
Nulla. Spegni che lo disturbi.
Mi sono avvicinato al bambino, e ho visto che in testa aveva una macchia più rossa e gonfia.
Ti è caduto?
L’ho preso subito. Mi è scivolato mentre lo toglievo dalla culla.
Fammi vedere, le ho detto, ma lei lo nascondeva tra le braccia.
Non fare la stronza, fammi vedere!
«Perché
non piange?»
In effetti era un po’ gonfio. Andiamo al pronto soccorso, le ho detto.
No! Non voglio farlo uscire con questo tempo. Guarda come piove.
Non me ne frega un cazzo! Andiamo al pronto soccorso! ho detto.
Aspettiamo un attimo dài, aspettiamo. Intanto vai a bagnare un asciugamano con dell’acqua fresca così fai qualcosa di utile.
Non aspetto un cazzo, chiaro?
Ma non è niente ti dico! Perché non mi ascolti mai? Sono sua madre.
A quel punto mi sono reso conto che il bambino non piangeva.
Perché non piange? le ho chiesto.
Riposa; dormiva. Piove ancora? Puoi guardare, per favore.
Non so perché, ma sono andato alla finestra a guardare, speranzoso. Piove ancora! Dài andiamo.
Mi sono girato e lei non era più lì. Ho attraversato la stanza, e dal corridoio l’ho vista nel bagno che metteva la testa del bambino sotto l’acqua del lavandino.
Ma Cristo! Cosa fai? Con l’acqua fredda!
Ho chiuso il rubinetto, ho preso un asciugamano e gli ho tamponato la testa.
A quel punto il bambino ha aperto gli occhi, come se nulla fosse accaduto.
Hai visto? Non si è accorto di niente. È tutta colpa di ’sta pioggia brutta e cattiva, gli diceva.
Già, ho pensato.
Dobbiamo portarlo comunque all’ospedale, le ho detto, È meglio farlo controllare.
Appena smette.
E se non dovesse smettere? Se questo fosse un nuovo diluvio universale del cazzo? Lo faresti morire così? Chiuso in casa? Appena smette, ti ho detto! Appena smette. Smetterà prima o poi, no?
Fabio De Masi (1980) vive e lavora a Torino. Nel 2013 ha frequentato una palestra di scrittura presso la Scuola Holden. Nel 2014 ha pubblicato un racconto nell’antologia In giro per l’Italia in Vespa (Giulio Perrone). Nel 2015, con una raccolta di racconti, è tra i finalisti di un concorso organizzato da Il Circolo dei Lettori di Torino. Continua a lavorare sui racconti, mentre scrive qualche poesia.