Un racconto di Silvia Pelizzari
Numero di battute: 2432
«Pensi mai a quella notte?» chiede lei all’improvviso mentre sono seduti sul marciapiede. I loro profili sono illuminati dalle sigarette accese.
Non lo guarda, ma può sentire i muscoli del suo viso irrigidirsi, la mascella indurirsi fino quasi a pulsare.
Lui aspira e butta fuori il fumo girandosi dall’altra parte.
«No, non ci penso mai» dice secco. Poi tira di nuovo, perché non vuole dire altro.
«È passato molto tempo, ma è come un bracciolo che torna a galla, non importa quanto spingo verso il basso.»
«Ci eravamo promessi che non ne avremmo parlato mai più, non capisco perché te ne esci ora con questa storia.»
Lei allora non aggiunge niente, ma non sa come riempire il silenzio e lo spazio tra loro, così piccolo e freddo.
Il carro attrezzi arriverà a breve. Ogni tanto si sente il rumore delle auto che passano e l’aria che si infila tra gli alberi alle loro spalle, prima di uno spiazzo dove la terra è ancora bruciata dall’incendio.
Non sono mai più tornati lì, e a lei sembra strano che la loro macchina si sia fermata proprio in quel punto, dopo così tanti anni, tra tutti i punti possibili su quella strada statale. Quando gliel’ha fatto notare lui ha risposto «È solo un caso», e lei ha annuito, ma ha continuato a pensarci.
«Eravamo
dei ragazzini.»
«Eravamo dei ragazzini» dice lui dopo un po’, e lei è contenta di sapere che in quello squarcio di silenzio lui non abbia spostato lo sguardo altrove. È contenta di sapere che ci ha pensato, anche solo il tempo di dire poche parole. Così rimane zitta, sperando che lui parli ancora.
«È stato un incidente, e noi eravamo solo dei ragazzini.»
Quando arriva il carro attrezzi scambiano con l’uomo frasi di circostanza, e mentre la loro auto viene caricata lei guarda verso lo scheletro della casa in lontananza.
«È tanti anni che è così» dice l’uomo. «Una brutta faccenda.»
«Dicevano che si è trattato di un incidente» trova il coraggio di aggiungere lei.
Lo guarda in faccia, poi torna a fissare i resti della casa.
«Sarà anche stato un incidente, ma intanto quel poveretto è morto di crepacuore, all’idea di non avere più niente.»
Lei allora si volta verso il fratello e vede per la prima volta i suoi occhi spaventati.
Getta a terra la sigaretta e si accerta di spegnerla, preme con forza la punta del piede. Salgono sul carro attrezzi e mentre partono guarda per l’ultima volta la casa, poi appoggia la mano su quella di suo fratello, e quando lui gliela stringe forte, solo allora ritorna a respirare.
Silvia Pelizzari (1983) è nata sul lago di Garda. Ha scritto per Pagina99, Huffington Post ed è co-direttore editoriale di Finzioni Magazine. Ha partecipato all’antologia Brave con la lingua - Come il linguaggio determina la vita delle donne (Autori Riuniti, 2018). Sta lavorando al suo primo libro.