Pastrengo Agenzia Letteraria

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quello che non mi dirai

Un racconto di Flavia Montecchi
Numero di battute: 2463

Anche quella mattina non era andato a scuola e questa volta aveva finto di avere moltissima tosse. Talmente violenta che gli avrebbe impedito di parlare e, ne era certo, avrebbe ricoperto di batteri tutti i suoi compagni, maestra inclusa. La mamma di Mattia aveva sorriso senza che lui potesse notarlo, poi gli aveva carezzato la testa e aveva improvvisato un rimprovero: è l’ultima volta questa che resti a letto.

Clara quindi era tornata in cucina e, scuotendo la testa, aveva ripreso con la lista della spesa. Avrebbe comunque avuto bisogno di una mano e tutto sommato era contenta che il figlio fosse rimasto a casa. Il ristorante, a pochi metri da dove abitavano, doveva essere rifornito e al centro commerciale bisognava andarci con la macchina, per trasportare le cose più pesanti; detersivi, saponi, scatole di pasta, conserve. Poi si sarebbero fermati al mercato per la frutta e la verdura fresche, per il banco del pesce e per quello della carne. Clara ne avrebbe approfittato per un po’ di shopping, un rossetto diverso dal solito, le scarpe nuove per il figlio.

A mezzogiorno lo aveva svegliato, Mattia alzati devi accompagnarmi a fare la spesa; contro ogni sua aspettativa Mattia si era alzato subito e con il broncio in viso aveva raggiunto il bagno, in silenzio. Clara si era messa quindi a rifargli il letto e mentre gli chiedeva se volesse fare colazione, si rattristava nel vederlo di nuovo così rabbioso.

«È l’ultima volta
questa che resti
a letto.»

Mattia dal bagno ringhiò di no, poi uscì e strattonò con il passaggio la madre china sulle lenzuola, Clara quasi non scivolò in terra: ma sei matto! urlò al figlio che non rispose, poi si rassettò e gli ordinò di sbrigarsi; niente colazione visto come si era comportato. Mattia, senza sforzarsi di fingersi influenzato, aspettò che la madre si allontanasse dalla camera per aprire la portafinestra che dava sulla strada, dove da giorni rovinava inosservato la vecchia balaustra; quindi si sporse fuori.

Negli ultimi mesi qualche cosa in lui era cambiato, si sentiva solo e incompreso e coltivava una rabbia silenziosa che non riusciva a esprimere in nessun modo, se non quello di covare una terribile vendetta per essere venuto al mondo. Mamma, puoi venire un secondo? Ho visto una cosa, aveva gridato a Clara dalla camera. La madre smise di sbrigare le sue ultime faccende e raggiunse il figlio vicino alla portafinestra, si sporse fuori guardando il punto indicato senza capire, e non si sentì mai più così leggera come in quel momento.

Flavia

Flavia Montecchi (1985) è nata a Roma. Event project manager e creativa, lavora nel campo degli eventi, tra musica e arte contemporanea. Gestisce ladisordinata.it e cura etiquette, una rubrica di short-story a puntate su Gagarin Orbite Culturali. Suoi racconti sono apparsi sulla rivista Colla e sulle antologie Repertorio dei matti della città di Roma (Marcos y Marcos, 2015), Az (Tapirulan Edizioni, 2016).