Un racconto di Lorenzo Nord
Numero di battute: 2416
Per quanto riguarda la mia storia, i prologhi sono tre. Comincerei col quando, servendomi del loro tempo: secolo numero ventidue. Seguirei spiegando di cosa parlo, ossia la scoperta del metodo per decodificare in lingua umana il sistema comunicativo dei Muridi. Concluderei specificando perché lo racconto: questa, infatti, non è la storia della mia vita, ma della mia comprensione.
Ogni animale comunica, però gli umani sono gli unici ad aver costituito le scienze per i linguaggi. Ci hanno insegnato a produrre segni, che le intelligenze artificiali traducono poi per loro in significati.
«Io sono il migliore comunicatore
della mia specie.»
Io sono il migliore comunicatore della mia specie, uno dei primi ad aver imparato; pertanto, uno dei favoriti. Loro quindi vogliono mantenermi in esercizio: appendono ogni due settimane, frontale alla mia gabbia, un quadro dallo sfondo bianco, sopra cui è scritto un aforisma. Dopo averlo letto, io devo comporre un breve saggio, spiegando cosa ho capito. Di solito, ci impiego tre giorni, poi loro interpretano. Ignoro se i significati che intendiamo noi Mures siano i medesimi dei Sapiens.
Come tutti i topi laureati, convivo con la mia riproduttrice. Agli umani, infatti, è sempre piaciuto affiancare compagnie esteticamente notevoli a esemplari intellettualmente dotati. Io e lei siamo separati da un vetro: entrambi abbiamo la possibilità di scegliere quando interagire, ma bisogna capire come attivare il meccanismo che regola il funzionamento della parete divisoria, e lei non sa farlo. In generale, non agisce con cognizione, ma le sono molto affezionato. Non sa parlare come me. Tuttavia, tende a “dimostrare affetto”.
La vita, per quanto mi riguarda, è sempre trascorsa; a volte l’ho pure trovata noiosa. Ieri, invece, è accaduto qualcosa d’inaspettato: per la prima volta, ho avuto difficoltà nella comprensione del nuovo aforisma appeso al muro. È il verso di un poeta tedesco, che paragona un bacio tra due amanti a una clessidra. Mi ha molto colpito questa immagine e ci ho ragionato. Quando l’ho capita, ho provato una diversa forma di felicità. Mi sono voltato e ho guardato raggiante la mia riproduttrice, smanioso di comunicarle l’amore… Ma lei mi fissava e nulla più: non vedevo espressione, non percepivo interazione; tant’è che ogni tentativo di risvegliarle sentimenti diversi dalla riproduzione è stato vano. «È come se tu non fossi qui con me» le ho mormorato.
In quel momento, mi si è spezzato il cuore.
Lorenzo Nord è nato nel 1990. Da adolescente, più di tutto l’annoiavano le tematiche politiche e sociali. Dopo la laurea voleva schivare il settore pubblico, poi si è ricordato di aver studiato Scienze politiche. Legge dal 2004 ed è appassionato di letteratura novecentesca.