Un racconto di Mario Greco
Numero di battute: 2262
Suo padre gli stava spiegando i rudimenti della potatura. «È un po’ come tagliare i capelli» diceva. Aveva ragione. Bastava vedere come maneggiava il seghetto. Un vero coiffeur. Aveva ottant’anni e ancora saltellava sugli ulivi come un fringuello.
Lui raccoglieva i rami e li ammucchiava. Poi provò anche lui a salire su un ulivo. Arrivò quasi in cima e si accorse che non soffriva più di vertigini. Non riusciva a crederci. Il vuoto sotto di sé non gli incuteva nessun timore. La nebbia che copriva il paese si stava diradando e cominciavano a spuntare i primi tetti, il campanile, le punte dei cedri della villa comunale. Lassù, tra gli ulivi, i merli in amore sbattevano le ali e si rincorrevano; la brina si scioglieva e le rocce esposte a est luccicavano.
Si tolse i guanti e il cappello. Salì ancora più in alto. I rami lì erano più sottili e tremolavano sotto il suo peso. Suo padre lo guardò e gli disse di non fare lo sbruffone. Aveva cinquant’anni e suo padre lo trattava ancora come un ragazzino.
«È un po’
come tagliare
i capelli.»
A casa, quella sera, disse a sua moglie che dovevano iniziare a guardare il futuro con più ottimismo, che presto avrebbe trovato un nuovo lavoro e tutto si sarebbe rimesso a posto. Sua moglie stava lavando i piatti. Scrollò le spalle. Faceva sempre così. Lui le parlò della potatura, le disse che con un po’ di impegno avrebbe imparato, che non ci poteva essere maestro migliore di suo padre, che aveva perfino scoperto di non soffrire più di vertigini. Le parlò anche dei merli, cercò addirittura di imitarne il canto.
«Ridicolo» fece lei.
Fu un bisbiglio, ma lui sentì e nonostante questo continuò, imperterrito. «Potresti venire anche tu, qualche mattina» le disse. «Ti farebbe bene uscire da questa casa per un po’.»
Lei con quelle scrollate di spalle o con qualche battutina era capace di spegnere qualsiasi entusiasmo, ma lui non si arrendeva, non si arrendeva mai. Le andò dietro. Lei si stava sfilando i guanti. Le accarezzò i capelli. Lei scrollò di nuovo le spalle. In modo involontario questa volta, come se fosse percorsa da un brivido.
Sussurrò: «Basta, smettila».
«Dovresti tagliarli» disse lui. Attorcigliò una ciocca di quei lunghi e sottili capelli neri tra le dita. «Un taglio corto» disse. «Un bel taglio corto. Ci staresti benissimo.»
Mario Greco è nato nel 1959 a Sant’Arsenio, dove risiede. Nel 2011 ha ricevuto una menzione speciale dalla giuria del Premio Chiara per una raccolta di racconti inediti. Nel 2016 un suo racconto è stato pubblicato nell’antologia Dieci racconti per Piero Chiara (Macchione editore). Altri suoi racconti sono stati pubblicati sulle riviste Tuffi, Carie e Grado Zero.