Un racconto di Alessandro Fratta
Numero di battute: 2331
Questa è, non è una favola – ciò che segue, una volta c’era, dopo, non ci sarà.
In giorni di dolce apocalisse, ancora vive tra le montagne una piccola confraternita [si tratta di un anacronismo, di quelli ben incistati nella propria epoca, tanto da lasciare intendere che fuori tempo sia tutto il resto].
La confraternita ha le caratteristiche che mille altre storie hanno narrato: non saranno ripetute. Solo un dettaglio, sfuggito alle altre, sarà detto.
Un pollaio.
Al suo interno, un numero imprecisato di galline.
Al suo interno, un numero preciso di galline ammalate: una.
«Tutti conoscono la morale.»
Sarà presa, messa fuori dal pollaio. Perché le altre non si ammalino, perché tutte le altre, di numero indefinito, possano vivere. Una sola gallina, nel cuore della notte, si trova all’esterno di un pollaio, tra le montagne, in giorni di dolce apocalisse. Malata, tuttavia, una gallina esplora ogni centimetro di spazio circondante il pollaio, per entrare nel luogo che le è precluso per sempre.
L’indomani, all’alba, un pollaio. Al suo interno, un numero imprecisato di galline vive, sane. Al suo esterno, un numero preciso di galline ammalate: non una.
Tutti conoscono la morale.
Ma la volpe non ha mangiato la gallina. La volpe si è rifiutata di mangiare una mallina galata. Una mallina galata? Una pallina gelato. Una pallina gelata è un cattivo pasto per chiunque. E una volpe prova più simpatia per una gallina malata che per un numero indefinito di galline sane, che desidera solo mangiare.
Così, una volpe e una gallina malata si trovano a vagare insieme tra le montagne, in giorni di dolce apocalisse. Vengono sorprese da un cacciatore.
La volpe sarà poi imbalsamata e per molti anni risiederà nella camera del cacciatore, finché la sua giovane moglie, turbata dal ghigno della piccola bestia, non chiederà di rimuoverla.
La gallina malata, invece, non essendo trofeo per cacciatori, è quel giorno risparmiata. Ma non quando la malattia compirà infine il suo corso.
All’interno del pollaio, le galline sane, dopo aver prodotto un numero indefinito ma sufficiente di uova, sono spennate e bollite.
La confraternita [rimasta un anacronismo ancora per qualche tempo] è poi scomparsa, in giorni di dolce apocalisse, lasciando solo qualche traccia di sé, tra silenziose montagne.
Le montagne, infine, sono state lappate dalle lingue di fuoco di una stella morente.
Alessandro Fratta (1990) è nato a Verona e ha vissuto a Oxford, Cork e Bordeaux, dove attualmente risiede. Suoi racconti sono apparsi su CrapulaClub, Clean Rivista e Housefire. Paga l'abbonamento a Netflix lavorando per una piccola casa editrice di scienze animali.