Pastrengo Agenzia Letteraria

racconto Gianluca Ferrittu

siamo stati felici

Un racconto di Gianluca Ferrittu
Numero di battute: 2492

Pioviggina ancora. Da quando sono arrivati in città non è successo altro che questo e ora le strade sono fradice. L’acqua stagna nei saliscendi dell’Avenida. Francesco porge il braccio a Elisa, ma lei fa finta di non vedere e accelera il passo.

«Andiamo?» dice lei.

Francesco sospira. Il funerale è a São Domingos e la strada per arrivarci gli sembra infinita. Le gocce piombano giù di traverso, gli bagnano la fronte e le mani. Pensa “Che ci faccio qui?”. Si accende una sigaretta e il fumo si mischia all’odore umido dell’acqua sulla strada.

I due poi scendono a Restauradores, con l’obelisco alto e grigio, il cielo coperto. Le nuvole sopra i tetti appuntiti del Bairro Alto tremano. Francesco le guarda ed è quasi contento che stia piovendo. Che l’azzurro brillante di quel posto non ci sia, nemmeno un lembo.

«Cos’è
cambiato?»

«Cos’è cambiato?» chiede Elisa guardando la piazza.
«Hanno rifatto la facciata dell’Altis?»
«Forse.»

I taxi girano intorno alla piazza. Gruppi di turisti si muovono in macchie di ombrelli colorati. Due vecchi arrivano dalla travessa accanto. Un lustrascarpe si appoggia al corrimano metallico del metrò, in attesa.

A Francesco sono rimasti dei ricordi sfocati di quel posto. Una volta in quella piazza erano innamorati, ridevano. Ora vorrebbe dire a Elisa: “È triste ricordare”, oppure “È triste farci caso”. Ma invece dice solo: «Ci aspettano da qualche parte?».

«Direttamente lì.»

Allora si incamminano verso Rossio. Passano davanti al Teatro Nacional. L’altra piazza pombalina è distesa accanto, in alto c’è il granito del Carmo. Il vento arriva dal fiume, gli scuote le giacche scure. Elisa si tocca il ventre, come se ci fosse ancora qualcosa di vivo dentro. Come se la loro tragedia non fosse successa.

Francesco la vede e dice: «Hai freddo?».

Lei scuote la testa. Sarà la pioggia, ma nessuno cammina a Rossio. I gazebo delle padarias si gonfiano bruschi, la chiesa è già oltre l’angolo della praça. Ne scorgono i cornicioni rotondi e alti della facciata e l’albero davanti.

Fuori le persone li riconoscono, li abbracciano. Dicono: «Querido, como estás?». E a Francesco sembrano invece dire: “Perché qui? Perché noi?”. La cantilena dura comunque poco: il portone è aperto e li inghiotte uno a uno. Francesco è l’ultimo della fila. Tentenna un secondo sulla soglia prima di entrare. Guarda l’acqua battere sui lampioni spenti, quello che si intravede di Travessa do Forno. Anche lì siamo stati felici, pensa. Poi da dietro una mano gli afferra il braccio, lo convince a entrare.

bio-gianluca-ferrittu

Gianluca Ferrittu è nato nel 1994 e vive a Lisbona. Oltre che su Pastrengo, suoi lavori sono apparsi su L’inquieto, Tuffi, Risme e ItalianDirectory. Il suo racconto Un lavoro pulito ha vinto nel luglio 2018 il (fu) Premio Treccani Web come eccellenza del giorno in lingua italiana.