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e se non si vede

Un racconto di Valeria Zangaro
Numero di battute: 2231

Una sera di ottobre, dopo aver bevuto la sua tazza di camomilla e aver spento l’abat-jour, Marlena scoprì la paura per il buio. Prima di allora si muoveva nell’oscurità di una stanza senza problemi. Persino da bambina non aveva mai temuto il buio, come invece era accaduto al suo fratellino che credeva ai mostri della notte e che, per farlo addormentare, i suoi avevano dovuto installargli in camera una di quelle lampade rotanti che proiettavano al soffitto profili di pesci in mezzo a tante stelline colorate.

Molte volte Marlena aveva provato a rompere la lampada del fratellino. E quando i genitori le avevano chiesto, convinti che la sua fosse solo gelosia, se per caso anche lei desiderasse una lampada proiettore in camera sua, Marlena aveva rifiutato. Non che fosse particolarmente coraggiosa. Semplicemente pensava che se qualcosa non si vedeva allora non poteva esistere, e se la paura non si vedeva allora anche quella non esisteva; perciò non capiva la paura del fratellino e si arrabbiava con lui.

«Semplicemente pensava che se qualcosa non si vedeva allora non poteva esistere.»

Ma quella sera di ottobre di vent’anni dopo, Marlena la vide per la prima volta, lei, la paura: un profilo sfuggente senza angoli, informe ma presente perché toglieva spazio allo spazio, e toglieva aria all’aria nella sua stanza: è così che Marlena la percepì. Eppure, quando accese la luce per vedere meglio, la paura sparì e con essa anche lo spazio tornò quello di prima. E allora spense nuovamente la luce, ché la paura si insinuava lì, in tutto ciò che non era chiaro, riprendendo volume e formando un rivolo di vuoto che avrebbe risucchiato tutto, se Marlena non avesse riacceso subito la lampada; come in effetti fece. Poi guardò verso il letto di Greta, la sua compagna di stanza che, ancora assonnata, le ordinò di spegnere. Ma Marlena, che aveva ancora il dito sull’interruttore, non obbedì.

«Spegni, ti ho detto.»
«Non posso.»
«È per tuo fratello?»
Ma Marlena non reagì.
«Perché non cerchi di dormire?»
«E se lui si sveglia?»
«I tuoi ti chiameranno e andrai in ospedale, ma adesso non ha senso che te ne stai lì a fissare non si capisce cosa.»
Marlena guardò verso l’angolo dove aveva visto la paura. «Il buio.»
«Be’?»
«Dici che possiamo mettere in camera una di quelle lampade per la notte? Ne ho una a casa dei miei.»

valeria zangaro bio

Valeria Zangaro è di origine calabrese. Ha vissuto tra l’Italia e la Germania crescendo da bilingue. Per adesso abita a Monaco di Baviera, ma giura che se ne andrà prima o poi. Si possono trovare suoi racconti su riviste come Neutopia, Narrandom, Altri Animali, L’Ircocervo, Verde, Fantastico!, Voce del Verbo e altre. Ha seguito i laboratori di scrittura della Scuola Holden e si è formata come correttrice di bozze presso Oblique Studio. È redattrice per Rivista Blam.