Un racconto di Cristina Ferrazzi
Numero di battute: 2467
Decisi di aprire l’uovo appena tornata. Un colpo sicuro e cadde concentrico a olio e sale. Ma o ci vedevo doppio o stavo guardando qualcosa di strano, gli occhi del diavolo. Aprii Google: uovo con due tuorli, si può mangiare? Uscì un solo risultato che diceva 1 su 100 milioni. Punto. Significa che la tua vita sta per cambiare. Fui spaventata. Cosa sarebbe cambiato esattamente? Pensai ai miei difetti più terribili: il corpo sbilanciato a sinistra, il mancato senso d’ironia. Il cane tormentato, e quel padre che tentava di farmi da madre.
I tuorli bruciarono fino a scomparire nel nero. Picchiettai la nuca per riprendere lucidità e gettai tutto nel lavandino. Mi sciacquai le mani. Non volevo più pensare alla sensazione di inadeguatezza che soltanto un evento ordinario, come rompere un uovo, può farti provare. Passai oltre mettendomi a dormire.
Un odore di bruciato mi svegliò di colpo. Tornai in cucina per verificare se le uova fossero tornate integre sul fuoco, ma no, c’era mia sorella. Le chiesi cosa stava facendo e rispose: «Un toast». Mi rimisi sul divano. Con le gambe a terra fissai il soffitto fino a che arrivò a sedersi accanto.
«Perché teneva un uovo in borsa?»
«Cosa mangi?» le chiesi senza guardarla.
«Il toast. Ne vuoi un po’?»
«Non mi sembra l’orario per mangiarsi un toast» dissi.
«Ma si può sapere cos’hai?»
«Mah, nulla.» La guardai. «Oggi. Al supermercato. Ho incontrato una vecchia alle casse. Mi ha chiesto se potessi andare a prenderle delle lenticchie.» Avevo la sua attenzione; il boccone tra i denti rallentò. «Ma non è un po’ bruciato quel toast?»
«No. E poi?»
«Nulla. Sono andata a prenderle e per ringraziarmi mi ha dato un uovo che teneva in borsa.»
«Perché teneva un uovo in borsa?»
«Oddio, non lo so. Ma non è questo il punto. Il punto è che l’ho aperto e aveva due tuorli.»
In quel momento salì la rabbia con un senso di cedevolezza del corpo. L’uovo mi aveva fatto pensare a cose a cui non volevo aver pensato. Mi sdraiai con il cuscino in faccia come d’estate con le zanzare. Sentivo ancora mia sorella masticare.
«Puoi mangiare più piano? Aaah non sopporto quando mangi!»
«Ma? Tutto qui? Anche a me una volta è successo. Quello che non mi è successo è di trovare una vecchia con un uovo nella borsa, sinceramente.»
Tolsi il cuscino. Volevo delle risposte. «La tua vita dopo è cambiata?»
«No, non direi.» Aveva finito il toast. Si scrollò le briciole dalle mani e andò verso la cucina con il piatto vuoto. Di spalle disse: «Forse se vuoi cambiare ti serve un’idea migliore».
Cristina Ferrazzi ha ventiquattro anni e ha studiato Arti del Racconto a Milano. Ha lavorato in una casa di produzione cinematografica e sul set come assistente alla regia. Le sue esperienze si dividono tra cinema e letteratura. Scrive di cose quotidiane.