Un racconto di Chiara Pascucci
Numero di battute: 2202
Ogni giovedì Vanessa salva la sua vita dall’insoddisfazione del quotidiano con un aperitivo di solidarietà femminile. Scelgono una parola e su quella discutono. Ridono, piangono, ridono ancora, è una finestra aperta in una stanza dall’aria pesante.
Vanessa arriva al caffè in anticipo, si siede all’unico tavolino libero addossato in un angolo del locale e aspetta le amiche. Rebecca, con il figlio a seguito, e Anna arrivano poco dopo e mentre il cameriere porta gli spritz e un succo per il bambino, Vanessa intavola la conversazione sulla parola “distanza”. Il bambino tira fuori colori e quaderno e si mette a disegnare.
«I miei obiettivi sono molto distanti da quelli del mio capo» dice Anna, che lavora per una multinazionale. Ridono nel rievocare certe nefandezze del principale, entrate nel novero dei classici della loro piccola letteratura orale.
«Ridono, piangono, ridono ancora.»
«Certe volte io e mio marito siamo molto distanti, ma poi parliamo e facciamo pace» dice Rebecca sgranocchiando una patatina per nascondere l’imbarazzo, sa che alla parola pace le sue amiche hanno pensato a sesso selvaggio. Il bambino disegna e intanto dondola i piedi, colpendo con la punta la gamba di Vanessa.
«A volte conto i giorni che mancano al nostro appuntamento, anche questo è distanza, giusto?» dice Vanessa girando il ghiaccio dello spritz.
«Oh, cara!» dicono in coro le altre due, allungando le mani verso di lei; intanto il piede a pendolo del bambino non smette.
Anna e Rebecca continuano a parlare dei peggiori frutti della distanza tra gli affetti, ma Vanessa non riesce a concentrarsi perché il bambino, tra un sorso e un arcobaleno, continua a farle perdere il filo del discorso.
Poi dal nulla il marmocchio inizia a urlare, tutti nel bar si girano verso di lui. Rebecca inizia a domandargli spiegazioni cercando invano di calmarlo. Anche Anna si prodiga con parole consolatorie. Vanessa, immobile, segue la scena. Tra gli sguardi inquisitori degli astanti le amiche si salutano in fretta, Rebecca prende il bambino che continua a strillare ed esce con Anna al seguito che porta giacche e borse.
Vanessa rimasta sola si massaggia la gamba, ordina un altro spritz e sospirando scrive su un tovagliolo la parola per la settimana dopo.
Chiara Pascucci, nasce e vive in Romagna. Laureata in Lettere moderne, scrive perché ama le parole e il filo rosso che le unisce.Ha pubblicato alcuni racconti sulla rivista Graphie.