Un racconto di Rudi Capra
Numero di battute: 2116
Tra i casi più interessanti mi è capitata G., una paziente di cinquantasette anni, avvocato. Venne da me in tacchi alti e tailleur di Armani, si sdraiò e disse: «Tutto è cominciato al funerale di R., mio marito, con cui ero sposata da ventitré anni. Lì notai una donna col mio stesso vestito. Era strano perché R. me lo aveva portato da un viaggio a Parigi. YSL, inconfondibile. Pensai che fosse una coincidenza. Finché rividi la stessa donna in metropolitana con un Panama identico a quello che R. mi aveva portato da Cartagena.
Fu allora che mi rivolsi a un investigatore privato, che la mise grossomodo in questi termini: “Signora, suo marito ha una relazione extraconiugale da ventisei anni con la stessa donna, G²., insegnante di filosofia al liceo Galvani, nubile. Spesso lo raggiungeva in viaggio…”».
«Tutto è cominciato al funerale di R.,
mio marito.»
Parlando con me nelle sessioni, G. non riusciva a non considerare quei ventitré anni di matrimonio un lungo, spregevole inganno, e così metà della sua vita. Dopo un lungo silenzio suggerii che la guarigione di un caso del genere dipendeva da uno sforzo importante: dovevano cominciare una terapia di coppia, G. e G²., che affrontasse l’elaborazione del lutto e la natura sdoppiata, bifronte di quella relazione.
Con mia grande sorpresa, accettò. Tornò accompagnata da G². e la terapia durò quasi un anno. Concludemmo che R. aveva sempre amato la stessa donna, che però erano due persone diverse, che R. provava a riunire in un’unica figura facendo con entrambe le stesse esperienze, regalando loro gli stessi oggetti. Non dovevano sentirsi amate a metà, piuttosto gioire di avere un’altra persona con cui condividere la perdita di R. Nell’ultima seduta si abbracciarono.
Tempo dopo lessi sul giornale che G². si era uccisa. Cocktail di sonniferi. La polizia venne a parlare con me. Quella notte non riuscii a dormire. Guidai fino a casa di G. Suonai, ma non aprì. Al mattino chiamai i pompieri e la trovarono nella vasca, l’acqua rossa ancora tiepida.
Forse aveva bisogno di G². per tollerare la perdita di R. O forse aveva solo paura che G². lo incontrasse prima di lei in un posto in cui non poteva raggiungerlo.
Rudi Capra è ricercatore in filosofie dell’Asia orientale e critico cinematografico, attualmente a Torino. Ha diverse pubblicazioni all’attivo e due monografie, una sul pensiero interculturale e una sul cinema di Nicolas Winding Refn. Suoi saggi e racconti sono apparsi anche su L’Indiscreto, Risme, Singola, Digressioni, Le parole e le cose.