Un racconto di Valeria Belardelli
Numero di battute: 2490
Sotto la schiena, il pavimento era molto più freddo di quanto le fosse mai sembrato sotto ai piedi nudi.
E se non fosse più riuscita a rialzarsi? Sarebbe rimasta lì, mentre le ore passavano e diventava buio, una vecchia nuda su un pavimento di mattonelle verdi. Vecchia. “Anziana” le sembrava una minestra riscaldata, un termine senza forza. “Vecchia”, invece, era una signora che brandiva un bastone e colpiva sulla testa chi le dava fastidio, era un braccio nodoso che apriva senza sforzo la macchinetta del caffè.
Lo odiava, quel verde chiaro delle mattonelle, l’aveva scelto Giuseppe. Lei le avrebbe volute blu notte, ma al negozio delle mattonelle lui l’aveva guardata con quella sua solita espressione gentile e dispiaciuta e, come sempre, non aveva saputo dire di no. Così, per quasi cinquant’anni, aveva visto quel verde chiaro ogni giorno.
Sbadigliò. Chissà che cosa sarebbe successo se si fosse addormentata. Se le fosse successo qualcosa Antonietta sarebbe stata la prima a scoprirlo nella sua chiamata delle otto e quarantacinque. Se non le avesse risposto al telefono si sarebbe presentata lì, insieme a Luigi, se non era già partito per il mare con le bambine.
«E se non fosse
più riuscita
a rialzarsi?»
È vero, non correva alcun rischio di restare lì nuda e di sentirsi male, c’era la telefonata delle otto e quarantacinque di Antonietta. Era quasi un peccato. Le era preclusa anche quell’ebrezza, quel brivido di rischiare. Come era stata tutta la sua vita accanto a Giuseppe. Lui non aveva mai rischiato, mai una volta che fosse andato a più di cento all’ora in autostrada, mentre lei, invece, avrebbe voluto mettere le braccia fuori dal finestrino, sentirle tirare via per il vento e pensare “magari succede qualcosa”. Giuseppe la guardava sempre con i suoi occhi gentili e dispiaciuti e le chiedeva: «Ma che succeda cosa?». Per Giuseppe, qualunque cosa era già qualcosa. Fino alla sua morte, un qualcosa più grande di tutti.
Uno spiffero più freddo entrò dalla finestra. Doveva alzarsi da lì, o sarebbe morta anche lei. E non ci teneva, adesso che aveva un po’ di libertà.
Si appoggiò alla vasca e si tirò su. Senza cadere. Fuori dalla finestra arrivavano rumori di pentole e piatti, e la sigla del telegiornale dall’appartamento dei Franchi. Aprì il vetro.
Il vento le arrivò sul viso, la prima aria d’estate. Alzò le braccia per prenderla tutta. E si ricordò di essere nuda. Invece di coprirsi, però, iniziò a ridere. “Una vecchia nuda che ride!” immaginò dire dalle altre finestre aperte. Rise ancora più forte.
Valeria Belardelli è nata a Roma nel 1990. Ha studiato Drammaturgia a Londra e ha partecipato a vari progetti drammaturgici in giro per l’Europa. Per anni ha fatto l’attrice, ora scrive, è iscritta a una magistrale in Italianistica e insegna Inglese ai bambini. Due suoi pezzi brevi sono stati pubblicati sul Foglio. Scrive ogni settimana un blog, pandipanico, che viene ripubblicato dalla rivista Aware – Bellezza Resistente. Nel resto del tempo fa l’attivista di Fridays For Future, per cui, tra le altre cose, cura un blog sulla rivista Rewriters.