Un racconto di Vincenzo Giuffrida
Numero di battute: 2484
Hey, ciao
Come va?
Controllo il suo profilo. Nella foto, mutande usurate e addominali scolpiti, sotto a una testa mozzata.
Rispondo:
Bene. Tu?
Bene grazie. Cosa cerchi?
Sex. Tu?
Mette un like al mio ultimo messaggio, ha l’aspetto di una piccola fiammella sopra la parola Sex.
A o P?
P
Tu?
Compare una fiammella sulla P. Mi risponde con una foto del suo cazzo. Metto un like. La fiamma arde sopra la punta del suo pene.
***
Sono qui
Non ti vedo
Maglietta nera, zaino rosso
«Piacere Marco.»
«Luca, piacere.»
«Tutto bene?»
«Sì, bene. Tu?»
«Bene, grazie. Saliamo da me?» Mi appoggia una mano dietro la schiena.
«Sì, certo.» Gli accarezzo pure io la schiena.
Il fisico è come in foto, tonico, e coi capezzoli piccoli. Mi sfilo la maglietta, le mutande; lui è già sdraiato sul materasso. Mi metto carponi sul letto e comincio a succhiare. Ogni tanto lo guardo. Quando lo faccio, mi accarezza i capelli.
Mi distendo al suo fianco. «Vuoi scopare?» Annuisce. Prende un cuscino e lo mette sotto il mio sedere. Resto immobile, con le gambe divaricate, guardando il soffitto.
Lo sento strofinare tra i glutei, cercando il mio buco. Stringo il lenzuolo, mentre lo sento spingere a vuoto. Sul volto ha un’espressione contratta. «Lo hai mai fatto?» mi chiede.
«Sì, è solo che.»
Mi rigira su un fianco, mi solleva un poco una gamba. Con la pancia schiacciata contro il materasso, guardo il copriletto bianco e la sveglia che segna l’una e quaranta.
Lo sento ansimare per lo sforzo. Mi rimette a pancia in su, mi afferra dai glutei, affonda la faccia tra le mie chiappe e comincia a leccare.
Mi solleva le gambe verso l’alto, mi sale di sopra e spinge forte. Sento come una piccola esplosione interna, un bruciore intenso. Mi aggrappo alle sue gambe, gli dico di fermarsi. Sfilandosi, si accascia al mio fianco.
Di profilo ha un naso piccolo e adunco. Con la mano, gli asciugo il sudore che ha sulla fronte. Ci baciamo, mentre veniamo entrambi sulla mia pancia. Mi pulisco con della carta, cerco le mutande, i pantaloni; noto una macchia di un rosso sbiadito sopra il lenzuolo. Lo sento nel bagno sciacquarsi con l’acqua.
«Ciao, grazie» dice aprendomi la porta, salutandomi con una pacca sulla schiena. Metto lo zaino sulle spalle, esco dal portone, l’aria è fresca, il marciapiede vuoto; osservo un’auto passare. Decido di chiamare un taxi, invece di camminare.
Mentre aspetto, il mio cellulare vibra dentro la tasca dei pantaloni. È un messaggio da parte di MxM XL. Ha dei pettorali scolpiti, ricoperti di pelo:
Hey ciao
Cosa cerchi?
Vincenzo Giuffrida nasce in una casa del Sud ma si trasferisce lontano, dove vive con il suo animale domestico, una piantina di nome Exelor, e un abbonamento Netflix di tipo Premium. Da anni discrimina i romanzi a favore delle raccolte di short stories.