Un racconto di Isabella Ballarini
Numero di battute: 2133
Cammini per quella strada in fretta, come ogni mattina. Tieni la borsa sotto il braccio, stringi il manico dell’ombrello e fuggi veloce, sotto la pioggia che diventa ogni giorno più fitta. Passi davanti al Papero e fai finta che lui non sia lì. Guardi in basso, pur di non vedere il suo sorriso che splende dai cartelloni stradali. Il tuo passo accelera, i tacchi delle scarpe barcollano, le pozzanghere rischiano di farti cadere a ogni passo. Ogni giorno così, sotto quel diluvio che va avanti ormai da più di due mesi. Ma tu te lo ricordi, il Papero, quando ancora elemosinava attenzione da quelli che si rifiutavano di alzare gli occhi su di lui. Giorni lontani, quelli. Le gocce di pioggia non cadevano così spesso, tra le nuvole e il vento c’era sempre un tiepido sole. E il Papero non era un papero.
Era una persona che sognava in grande e guardava il cielo. Tu lo conoscevi bene. Ti piaceva, persino. Sorridevi e intanto i capelli ti cadevano sugli occhi. Credevi che lui avrebbe cambiato il mondo. È cambiato il vento, invece, è cambiato tutto. L’uomo si è fatto Papero.
«L’uomo
si è fatto Papero.»
E mentre la pioggia cadeva sempre più spesso, il Papero avanzava nella notte. Era folle e selvaggio e mentiva a tutti con violenza spudorata. La sua immagine si faceva bestia giorno dopo giorno. Lui saliva nei cuori perché usava parole di gloria. Si tagliava i capelli, si cambiava i vestiti. Appariva sugli schermi televisivi, o sui giornali, o sui computer. I soldi gli arrivavano addosso senza che facesse niente per cercarli. Gli bastava esistere: ogni sua parola muoveva le masse.
Mentre corri sotto la pioggia, butti l’occhio ai cartelloni dove il Papero appare e vai avanti senza fermarti. Lo vedi starnazzare, dimenticarsi di te. Vedi la gente che lo ama senza motivo. Nessuno si accorge della pioggia: quella viene giù sempre più fitta e tutti stanno là, a bagnarsi, a sorridere, a vivere come paperi agli ordini di un Papero.
Tu cammini per la strada in fretta, come ogni mattina. Tieni la borsa sotto il braccio, stringi il manico dell’ombrello e fuggi veloce. Passi davanti al Papero e guardi in alto, verso il cielo.
La tua mente resta tua.
Isabella Ballarini scrive da diversi anni. I suoi racconti sono usciti sulle riviste L'Irrequieto, Sulla Quarta Corda, Quaerere, L'Equivoco, CrunchEd e Spaghetti Writers.