Pastrengo Agenzia Letteraria

racconto tani andrea

natività

Un racconto di Andrea Tani
Numero di battute: 2444

La signora del banco è stata gentile, mi ha consigliato il neonato più fresco, quello che secondo lei darà più sapore allo stufato. È un bel pezzo di carne di quattro chili e tre, col cordone gonfio e una piccola protuberanza sul collo. I vagiti sono squillanti e il sangue placentare gli cola sullo sterno. Con le mani unte di frattaglie, la donna me lo avvolge nella carta gialla, quella delle frittelle.

Una volta a casa lo stipo nel frigo e mi tolgo le scarpe. «Sta bene, signore?» sento nell’aria, ma sono gli spifferi della finestra. Sul pavimento un cordone molliccio pulsa senza più la membrana. Si trascina fino in salotto e si avvinghia alla trachea di un bambino di circa quattro anni che prima non c’era. Le sue braccia provano a liberarsi da una morsa che gli lascia la nuca viola.

«È un bel pezzo
di carne
di quattro chili
e tre.

Mi riempio un calice di Sangiovese, mi siedo e lo guardo contorcersi tra i riflessi del vetro. Il suo corpo si squarcia, poi diventa plastico. Si allungano gli arti, la colonna vertebrale, si espande il torace. Ora ho davanti un adolescente incurvato con la pelle bianca e sottile, gli occhi scavati e i capelli come strappati dal cranio. Mugugna scomposto con la testa in un cappio di budella. Prova a salvarsi, ma l’alluce tocca appena la sedia. Mi avvicino e la scalcio via. Rimane sospeso sull’osso del collo, poi si accorge di me. La sua bocca è un grumo di bava.

Non ho il tempo di capire l’orrido che mi circonda. Una mano adulta mi trascina via. È un uomo senza muscoli né postura, avvinghiato a ciò che resta di viscere ormai imputridite. Mi porta a una finestra e la spalanca. L’altezza è spaventosa, non ha fondo né prospettiva. Mi dice: «Buttati con me, finiamola qua». Nei suoi occhi non vedo la morte, solo uno stato di coscienza profondo e familiare.

Sto per saltare, ma dalla porta di casa entra la signora del mercato, apre il frigorifero e tira fuori il neonato. Lo sfila dalla carta gialla, gli cava il bitorzolo marcio dal collo e lo posa sulla bilancia: «Quattro chili e due, va bene?». Di colpo i miei occhi ritornano al loro posto e di fronte ho di nuovo il banco della verdura, accanto a quello della carne.

L’aria mattutina del molo si riempie di tendoni e colazioni all’aperto. Sto per diventare padre e a casa non si parla d’altro, ormai. La signora ripone la zucca nella cassetta e dice: «Tutto a posto? Le dicevo che questa è ammaccata, se vuole gliene do un’altra», e io: «Non fa niente, signora. Mi è passata la fame».

tani andrea bio

Andrea Tani nasce nel 1974 a Grosseto. Dal 2020 si dedica alla narrativa e pubblica i suoi racconti su diverse riviste, tra cui Open Doors Review, Yanez Magazine, «inutile», Bomarscé, Eterna e Risme. È tra i finalisti del Premio InediTO nelle edizioni 2023 e 2024 ricevendo in quest’ultima una Menzione speciale con La consistenza del sangue. Sempre nel 2024 pubblica sulla rivista L’Appeso e Narrandom. Ama scrivere nei cambi di stagione.