Un racconto di Flavia Catena
Numero di battute: 2297
Il fagiano corre nella gabbia, intorno al cespuglio. Due giri e poi si ferma sempre sullo stesso punto, le zampe a coprire le impronte già lasciate, le piume ad ammassarsi dove altre piume sono già cadute. Ha le ali chiuse, aderenti al corpo, e il becco aperto.
«Guardate quello!» dice Luigi, indicandolo da dietro la rete.
Ci sono due pavoni sull’altro lato della gabbia, uno bianco e uno blu, e i suoi amici stanno immobili, rapiti, a osservarli.
«Ma che fa? Il girotondo?» chiede Vittorio, dopo aver spostato lo sguardo.
Luigi agita la campanella che pende dalla tasca del suo zaino. L’uccello rallenta.
«L’ha sentito!» gioisce Grazia, la più piccola del gruppo. «Riprovaci.»
«Guardate
quello!»
Ma al secondo trillo il fagiano riprende la sua corsa e va avanti per tre, quattro, cinque giri, senza interrompersi.
«Sembra mia madre…» nota Luigi, «quando cammina nervosa intorno alla culla di mia sorella con le mani sulla testa. La cosa più brutta è che certe volte perde l’equilibrio o inciampa da qualche parte e finisce a terra. Si è spaccata il naso la scorsa settimana».
«Poverina! E perché fa così?» domanda Grazia toccando con la mano la spalla dell’amico accovacciato.
«Non lo so. Neanche mia madre lo sa. Dice: “Non sono io”».
Una bacca è caduta dal cespuglio, e il fagiano la calpesta macchiando di rosso il suolo nero.
«Secondo voi, se lo liberiamo vola?» parla di nuovo Grazia.
I tre bambini si guardano intorno. La guardia del parco è seduta a braccia conserte nel gabbiotto poco distante, e sembra concentrarsi su tutto – riviste, telefono, scatola di biscotti – fuorché su ciò che avviene dentro e fuori le gabbie.
Vittorio si allontana e torna poco dopo con una cesoia nascosta nella cartella. L’ha rubata al giardiniere che ha visto potare i rododendri davanti al cancello: anche lui era distratto come la guardia, i pensieri sciolti dall’afa e i muscoli del corpo rallentati dall’età.
Il fagiano corre ancora, le piume della coda che strisciano a terra, sollevando nuvole di polvere, e un velo sugli occhi che lo fa cieco. Attraverso lo squarcio aperto nella rete, i bambini allungano una mano ciascuno.
«Dai, esci adesso!» dicono in coro, ma l’animale non reagisce.
Solo quando il grido di un uccello che attraversa il cielo scuote l’aria, il fagiano si ferma. E alla libertà si avvicina lento, incredulo.
Flavia Catena, siciliana, si è laureata in Editoria e Giornalismo alla Sapienza di Roma, per poi specializzarsi in Fotografia di reportage a Milano. Per nove anni ad Oxford, adesso vive a Londra dove lavora come fotografa professionista. Nel tempo libero scrive e fa la volontaria in alcuni musei della città. Ha pubblicato racconti su antologie e riviste come Lunario, Spaghetti Writers, L’Appeso. Una sua storia è stata selezionata per far parte della raccolta 24 ore edita da Romanzi.it. La sua prima raccolta di racconti, Il coraggio di Bradamante e altre storie, è stata pubblicata da Edizioni Kalós nell’ottobre del 2024.